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QUANDO FINISCE UN

QUANDO FINISCE UN AMORE.

L’elaborazione del lutto.

Affrontare la fine di una relazione d’amore è una delle sfide più ardue della vita, assimilabile ad un vero e proprio lutto emotivo, soprattutto se consideriamo che a frantumarsi non sarà soltanto il legame affettivo che univa la coppia ma anche i nostri sogni, le speranze, i desideri e i progetti.
L’amore può essere paragonato ad una sostanza stupefacente la cui assenza causerà assuefazione determinando un dolore sia fisico che emotivo. Così come accade nella fase della disintossicazione dalle sostanze stupefacenti, anche per l’amore occorre assumere una condotta che ci permetterà di facilitare il lavoro di ricostruzione psico-fisica, imparando a “lasciare andare” e ad avvicinarci il più possibile a noi stessi.
Questo è un lavoro molto complesso da svolgere perché quando decidiamo di legarci a qualcuno, inevitabilmente, ci proiettiamo nella costruzione di un futuro con l’altro, affezionandoci sempre di più al partner e creando, altresì, quelle dolci singolari abitudini che ci intrappolano.

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Essere consapevoli che la relazione non funziona!

Ammettere a sé stessi che la relazione con il partner non funziona è davvero difficile poiché inevitabile sarà il senso di fallimento che proveremo.
Vi confido un segreto: non è così! Ogni storia d’amore ci insegna qualcosa e compete soltanto a noi coglierne il reale messaggio positivo.
Tuttavia, anche quando siamo consapevoli nel nostro più intimo che una relazione di coppia non funziona abbiamo paura a troncare il rapporto; ci spaventa l’idea di ritornare da soli, di ricominciare la nostra vita, ci sentiamo sconfitti. Perdere chi si ama equivale a perdere una parte di noi stessi e questa è una sensazione che coinvolge tutti, nessuno escluso!


Come possiamo superare la fine di una relazione?

La prima regola è REAGIRE!
Dobbiamo imparare a piccole dosi a lasciarci guidare da quella ignota strada che immancabilmente ci condurrà a noi stessi, nella consapevolezza che dobbiamo superare diversi step grazie all’elaborazione dei nostri stati d’animo.
1. La fase della negazione
Questa fase è caratterizzata dal negare a sé stessi che la relazione è davvero finita. Mancando obiettività e lucidità si giungerà a rifiutare la realtà dei fatti, vivendo un profondo senso di solitudine ed oppressione. Per diversi giorni il nostro organismo si difenderà impedendoci la realizzazione interiore.
2. Fase della rabbia
Trascorsi i primi giorni della negazione proveremo un forte senso di rabbia per quello che ci è accaduto, accompagnato da una infinità di domande sul motivo della rottura della relazione. Ci sentiremo in collera dando colpe a noi stessi per quanto accaduto oppure accuseremo l’altro per non essere stato in grado di amarci abbastanza e continuare quel progetto di vita insieme. In questa fase, caratterizzata dalla confusione, sarebbe preferibile non restare da soli ed evitare ogni tipo di contatto con l’ex partner.
3. Fase della negoziazione
In questa fase si nutriranno delle false speranze auspicando da un lato, che la coppia si possa ricostituire e, dall’altro, cercando di reagire creando delle nuove abitudini. In questa fase si accentua la paura della solitudine e si tenderà a ricontattare l’ex partner nella speranza di riallacciare il rapporto. Potrebbe però accadere, invece, che ci si butti a capofitto in altre relazioni per colmare il vuoto interiore (sconsigliatissimo!).
4. Fase della depressione
Questa è la fase nella quale ci si rende conto che la relazione è davvero giunta al capolinea. Si proverà un reale senso di sconforto e tristezza accompagnato da una visione più limpida di quanto ci è accaduto. In questa fase, dobbiamo reagire pensando che il dolore si attenuerà con il passare dei giorni.
5. Fase dell’accettazione
Questa fase porta con sé un senso di leggerezza, nonostante l’amarezza che ancora si prova. Ci si concentra maggiormente su sé stessi, ricominciando a nutrire interesse per l’esterno. Si guarderà la vita con maggiore ottimismo riformulando nuovi progetti; possibilmente riprendendo quelli che avevamo tralasciato durante la precedente relazione. I momenti malinconici e depressivi non mancheranno, intendiamoci, ma pin piano scompariranno.

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In conclusione

La fine di una relazione è sempre una condizione traumatica paragonabile ad un vero e proprio lutto. Di eterno, nella vita, c’è ben poco, e anche l’amore purtroppo (o per fortuna, in alcuni casi) può risultare a tempo determinato. Questo è un dato di fatto che non dobbiamo mai dimenticare.
Dobbiamo costantemente sapere cosa vogliamo da noi stessi e quindi dagli altri proprio per non cadere nella trappola del famoso detto chi si accontenta gode. La paura per la solitudine, infatti, è uno dei motivi che funge da collante per molte coppie, causandone un perenne stato di frustrazione e tristezza.
Dobbiamo fare oro delle esperienze sentimentali che abbiamo vissuto perché ognuna di loro porta con sé indizi preziosi per costruire in nostro prossimo futuro di coppia. Guardiamo ad esempio chi eravamo noi nella precedente relazione ponendoci delle domande, ad esempio: ci sentivamo realmente appagati e felici? l’altro ci rispettava? le scelte della coppia erano unilaterali? la comunicazione era presente?
Le fasi del lutto che sopra abbiamo spiegato ci insegnano che quando un rapporto finisce inevitabilmente si attraverseranno quegli stati d’animo. Pertanto è doveroso per sé stessi attraversare le diverse fasi senza ricontattare l’ex partner o buttarsi a capofitto in nuove relazioni ma, semplicemente, vivere il proprio dolore nella consapevolezza che il sole tornerà di nuovo a splendere. È proprio in quei momenti che dobbiamo imparare a pensare a noi stessi, leccando le nostre ferite e provando compassione verso di noi in un percorso, che immancabilmente, ci porterà ad ambire alla felicità e al benessere interiore.

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Avv. Barbara Traina
Avv. Barbara Traina

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